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La nostra scienza
La cannabis è utilizzata per i suoi effetti farmacologici da oltre 4.800 anni,1 mentre i “cannabinoidi” sono stati identificati come le sostanze chimiche contenute nelle piante di cannabis che sono farmacologicamente attive.1
I cannabinoidi possono anche essere presenti naturalmente nel corpo umano, come pure essere creati sinteticamente in laboratorio. Di conseguenza, i cannabinoidi sono classificati in base alla loro origine specifica.
I cannabinoidi possono essere classificati in una delle tre classi seguenti:
Fitocannabinoidi
Cannabinoidi presenti nella pianta Cannabis sativa, di cui ne sono stati identificati oltre 1001
Endocannabinoidi
Cannabinoidi prodotti dall’organismo che mirano ai recettori dei cannabinoidi (CB1 e CB2)2
Cannabinoidi sintetici
Cannabinoidi prodotti in laboratorio per imitare strutturalmente o funzionalmente gli effetti dei fitocannabinoidi o degli endocannabinoidi
I fitocannabinoidi più conosciuti
Negli ultimi anni è stata condotta una grande quantità di ricerche per isolare, definire e identificare gli usi terapeutici dei cannabinoidi. Quelli maggiormente studiati e compresi sono riportati qui di seguito.
CBD
- CBD = cannabidiolo
- Uno dei principali cannabinoidi derivati dalla cannabis o di sintesi1
- Gli studi clinici ne stanno valutando il potenziale uso per il trattamento di condizioni neurologiche e psichiatriche3,4
- Il cannabidiolo ha un’affinità molto bassa per il recettore CB1 dei cannabinoidi e quindi è privo di effetti indesiderati euforizzanti1
CBDV
- CBDV = cannabidivarina
- Studi su modelli di epilessia e di disturbo dello spettro autistico nei roditori5,6
- Studi clinici stanno valutando la CBDV per le potenziali proprietà anticonvulsivanti7
THC
- THC = tetraidrocannabinolo
- Uno dei principali cannabinoidi derivati dalla cannabis o di sintesi2
- Principale responsabile delle proprietà psicotrope della marijuana2
- Usi ricreativi e terapeutici1
THCV
- THCV = tetraidrocannabivarina
- Studi su modelli della malattia di Parkinson,e della sensibilità all’insulina (un modello di diabete) nei roditori8,9
- In fase di studio per un potenziale uso nel diabete di tipo 210
Il sistema endocannabinoide
Il sistema endocannabinoide è stato descritto per la prima volta alla fine degli anni ’80, quando è stato scoperto il recettore CB1. Subito dopo è seguita la scoperta del recettore CB2 nei primi anni ‘90.1 Entrambi sono recettori accoppiati a proteine G.1 Evidenze più recenti indicano che i cannabinoidi interagiscono anche con il recettore 55 accoppiato alle proteine G (GPR55), il recettore TRPV1 (transient receptor potential vanilloid 1) e i recettori attivati dal proliferatore del perossisoma (PPAR).11
Il sistema endocannabinoide è molto diffuso e si ritiene possa influenzare molti processi fisiopatologici tra cui: appetito, tumori, patologie cardiovascolari, fertilità, funzioni immunitarie, memoria, neuroprotezione e modulazione del dolore.11
Cannabinoidi sintetici
I cannabinoidi sintetici sono creati in laboratorio per imitare sia la struttura che l’effetto dei cannabinoidi esistenti noti. Con oltre 40 anni di storia terapeutica, si sono rivelati una classe relativamente sicura di farmaci. Gli effetti indesiderati sono prevedibili, dose-dipendenti e in genere da lievi a moderati.1
Il numero di condizioni per le quali i cannabinoidi sintetici sono stati studiati e usati insieme alla presenza di questi farmaci in molti formulari nazionali, ne fanno un’opzione terapeutica per il trattamento di varie patologie con sintomi cronici e debilitanti; questo a condizione che i pazienti vengano informati dei potenziali effetti indesiderati ed attentamente monitorati.1
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Pertwee R. Handbook of Cannabis. Prefazione. Oxford University Press; 2014.
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Riassunto delle caratteristiche del prodotto - Epidyolex
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McGuire P, et al. Am J Psychiatry 2018;175(3):225–231.
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Iannotti FA, et al. ACS Chem Neurosci 2014;5:1131–1141.
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Zamberletti E, et al. Front Cell Neurosci 2019;13:367.
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Morano A, et al. Epilepsia Open 2016;1(3–4):145–151.
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García C, et al. British Journal of Pharmacology. 2011;163(7):1495-1506.
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Wargent E, et al. Nutrition & Diabetes. 2013;3(5):e68-e68.
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Jadoon K, et al. Diabetes Care. 2016;39(10):1777-1786.
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Battista N, et al. Frontiers in Behavioral Neuroscience. 2012;6(9):1–7.
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PubChem. Riassunto del composto CID 5284592, Nabilone. Accesso effettuato: maggio 2021.
